L’escursione dal lago di Morasco sale al Blinnenhorn 3374 mt ( o corno cieco) presenta un dislivello notevole da fare in giornata (circa 1680 mt ). Un’alternativa è quella di spezzare l’escursione pernottando al Rifugio Somma Lombardo (2561 mt) riducendo a 813 i metri di dislivello.

Lunghezza:
10,0 Km (A/R)

Tempo Stimato:
4:30 (A/R)

Tipo di percorso:
andata / ritorno

Periodo:
da giugno a ottobre

Difficoltà:
EE (Escursionisti Esperti) 

Segnavia:
G39 Fino al Rif. Claudio e Bruno

Dislivello:
101m +840m

Altitudine:
Rif. Somma 2561m
Min. 2460m
Max. 3347m

Punti Ristoro:
Punto di appoggio Rif. Claudio e Bruno

Note Tecniche:
Il Blinnenhorn o Corno cieco (Blindenhorn dialetto vallesano) è la cima più elevata della Valle Formazza con i suoi 3374 m ,  inferiore solamente al Monte Leone 3553 m e al Breithorn 3438 m nel gruppo delle Lepontine.
La fatica dell’ascensione viene ampiamente ripagata dal panorama eccezionale sulle alpi italiane e Oberland Bernese. Nelle giornate nitide la vista spazia dal Monte Rosa al gruppo del Bianco. Malgrado la sua considerevole quota, in condizioni ideali sia meteo che di assenza neve/ghiaccio, si sale agevolmente su buona traccia, tanto da renderlo praticabile a buona parte degli escursionisti dotati di buon allenamento.

Descrizione dell’ itinerario:
Dal Rifugio Somma si scende verso la Diga dei Sabbioni che si attraversa cambiando lato orografico. Percorso l’imponente muraglione, si svolta a sinistra su sentiero ben marcato che risale dolcemente il lato occidentale del Lago fino a raggiungere il rifugio Claudio e Bruno (2710 m).
Si proseguire la salita i direzione nord, ignorando la traccia che tende a destra e che conduce al rifugio 3A. Poco alla volta il sentiero si fa più ripido e meno tracciato, alternando ghiaioni e ripidi pendii morenici. Inizialmente si percorre un erto diagonale, poi si guadagna quota su sfasciumi/ghiaioni misti a roccette.  In assenza di segnavia sono d’aiuto alcuni ometti di pietra. Si sale il sentiero  finché si scollina affacciandosi sull’ imponente ghiacciaio del Gries a sinistra della Gran sella del Gries, dove finalmente in lontananza si vede la meta.  Il nome “corno cieco” infatti, deriva dal fatto che la cima non si riesca a vedere dalla valle.
A questo punto si volge a sinistra e si mantiene la cresta che scende dalla cima in direzione nord/ovest, traccia sempre ben visibile che sale gli ultimi ripidi metri che portano alla vetta. Da alcuni anni la via di salita non tocca più il ghiacciaio a causa del suo regresso. Questo, pur permettendo agli escursionisti di salire non attrezzati da ghiaccio ( corde, picozze e ramponi) non significa che l’ascesa non presenti rischi, pertanto non va sottovalutata, soprattutto nella fase finale spesso esposta a venti e a repentini cambi meteorologici, e a seconda dell’ora/stagione coperta da strati di neve gelata.