Il nuovo collegamento dal Rifugio Somma al Rifugio Margaroli

Più che di un nuovo sentiero, la traversata G37 che collega ora le località Sabbione e Vannino, è il naturale proseguo di un sentiero che un tempo si perdeva tra roccia e ghiaccio appena sopra il Rifugio Somma. Chi arrivava al Rifugio infatti non aveva la possibilità di proseguire se non fino al lago Gemelli di Ban. Ora, grazie all’idea di alcuni soci del CAI Somma, e grazie al prezioso  contributo operativo del CAI SEO Domodossola, che già aveva in cantiere lo studio per un collegamento tra i due laghi, il sentiero di collegamento è finalmente realtà. Il G37 tocca i 3000 m e si immerge in panorami severi e meravigliosi su Arbola e sulle cime più famose dell’Ossola e del Vallese, rappresentando una delle più belle e suggestive varianti alla GTA, al Sentiero Italia e una validissima alternativa per chi vuole affrontare le grandi traversate alpine al cospetto di ghiacciai e laghi glaciali e usare come punti d’appoggio i rifugi della valle.

Info tecniche

Lunghezza:
7,7 Km

Tempo Stimato:

dal Rif. Somma
4:00 ore
dal Rif. Margaroli
4:30 ore

Tipo di percorso:
andata / ritorno

Periodo:
da giugno a ottobre

Difficoltà:
EE (Escursionisti Esperti) 

Segnavia:
G37 Bianco/Rosso CAI (+ presenza ometti in pietra) 

Dislivello:

dal Rif. Somma
+430m
830m
dal Rif. Margaroli
+830m
-430m

Altitudine:
Rif. Somma 2561m
Max. (Guglie Lebendun) 2940m
Rif. Margaroli 2194m

Punti Ristoro:
Non è presente acqua lungo il sentiero.
Punti di appoggio Rif. Somma e Rif. Margaroli


Descrizione intinerario

Arrivati al Rifugio Somma (da Morasco circa 2,30 h – segnavia G00+G39+G37), a pochi metri dalla struttura, un cartello segna il proseguimento del sentiero G37 che sale lieve alle spalle del rifugio in direzione Sud-Sud/Est. Superato il traverso sotto il corno di Ban (attenzione in caso di neve) il sentiero sale a zig-zag su sentiero evidente costeggiando la grande cava del Sabbione dove negli anni 50′ gli operai hanno estratto il materiale per realizzare la grande diga del Sabbione. In meno di 30 minuti si giunge al piccolo passo da cui si domina gran parte del percorso che affronteremo, prima di perdere nuovamente quota verso il Lago Gemelli di Ban.  L’ambiente si fa aspro al cospetto delle cime di Ban e delle aguzze punte del gruppo dei Gemelli di Ban. Il sentiero scende verso il lago dei Gemelli di Ban e lo aggira sulla destra verso Ovest. Da qui il sentiero riprende a salire sulle morene dell’ormai defunto ghiacciaio dei Gemelli di Ban. Segue in parte il corso del torrente glaciale per poi piegare leggermente sul lato destro del vallone che risale lievemente verso il passo ai piedi del Pizzo del Costone. Arrivati al passo, su un’ampia sella, il panorama spazia sulla valle del Vannino, con i laghi Sruer e Vannino. Il sentiero risale sulla sella che punta alla cima del Pizzo del Costone, ma lo abbandona poco sotto la vetta per buttarsi su un ripido sentiero a pietraia che scende verso l’ampia sella dove sono incastonate le Bianche Guglie del Lebendun. Dalle Guglie si prosegue verso la nera cima del Lebendun, aggirandola sul versante ovest (attenzione alle pietraie).  Il sentiero, scende su pietraia verso il Passo del Vannino, una balconata sull’imponente cima dell’Arbola e il suo ghiacciaio che di anno in anno si ritira inesorabilmente. Dal passo del Vannino si segue il sentiero che scende verso la valle Vannino, costeggia il Lago Sruer, e giunge al Rifugio Margaroli. 

Da qui esistono 2 opzioni: la prima è quella che chiude l’anello delle cime di Ban, passando dal passo Nefelgiù e rientrando a Morasco dove si recupera l’auto al parcheggio; in alternativa si scende fino a Canza (con possibilità di usufruire della seggiovia Sagersboden) e risalire la valle fino a Riale tramite navetta (info su https://www.comazzibus.com/).