La meta delle Guglie del Lebendun è sul nuovo sentiero G37 voluto e proposto dalla sezione CAI Somma Lombardo, e realizzato con la collaborazione del CAI SEO Domodossola. 

Si tratta di una meta poco frequentata e che dal punto di vista panoramico e geologico sorprende e suscita grande interesse. L’itinerario ( che dopo tre anni di lavoro è finalmente riconosciuto sentiero ufficiale)  percorre lunghi tratti di morene e ghiaioni ancora vergini, che rendono questa escursione consigliata ad escursionisti esperti. Lungo il tragitto il panorama è vario e suggestivo, caratterizzato dalla vista di tre tra i principali laghi della Val Formazza (Lago Sabbioni, Lago Vannino e Sruer) e piccoli laghi glaciali. Uno degli elementi più particolari che incontrerete percorrendo questo sentiero è il paesaggio, lunare ed aspro di alta montagna, fino a giungere ad una curiosa formazione geologica calcarea di colore bianco che spunta dal terreno che abbiamo ribattezzato “Bianche Guglie del Lebendun” in omaggio alla nera e omonima cima facilmente raggiungibile con un piccolo ulteriore sforzo. 

  • Quota di partenza: Rif. Somma 2561 m
  • Quota massima: 2927 (cresta sud del Pizzo del Costone 2936 m )
  • Quota Guglie del Lebendun : 2892 m
  • Tempi: 2.30 h – 3.00 h dal Rifugio Somma alle Bianche Guglie. altri 30 minuti fino alla punta Lebendun 2935 m . Dal Rifugio al Lago Gemelli : 50 minuti
  • Difficoltà : E/ EE ( dal lago Gemelli di Ban in avanti traccia di sentiero )

Descrizione itinerario:

L’itinerario parte dal Rifugio Somma sul sentiero G37 che conduce al Lago gemelli di Ban ( 50 minuti) e che dal 2020 culmina ufficialmente al Passo del Vannino . Dal Rifugio il sentiero è dapprima ben tracciato e sale fino alla cava di pietra con piccoli ometti e segni bianco/rossi. Superata la vecchia cava da cui si estraeva il materiale di costruzione della diga Sabbioni ci si affaccia sulla vallata glaciale da cui si scorge il lago dei Gemelli di Ban e un bellissimo panorama sul Lago Sabbioni e le sue cime. Da qui si domina anche il vallone dove si sviluppava l’ormai esausto ghiacciaio dei Gemelli di Ban, e sul quale oggi passa la traccia del sentiero G37 fino al Pizzo del Costone e le Guglie del Lebendun. Dal colle la traccia  scende ripida ed è  visibile a tratti ( attenzione ai nevai presenti spesso anche fino ad agosto inoltrato che possono far perdere l’orientamento!) segnalata qua e la da ometti di pietra e bolli bianchi. In maniera abbastanza agevole in meno di un’ora si accede al Lago Gemelli di Ban. Il lago, spesso ghiacciato e pieno di neve anche ad agosto, è già meta di grande interesse paesaggistico.

Per andare alle guglie  il sentiero G37 prosegue senza traccia evidente aggirando il lago sul lato destro, e risalendo dolcemente la morena dell’antico ghiacciaio occidentale dei Gemelli di Ban, proprio dove il torrente dell’omonimo ghiacciaio alimenta il laghetto. Da qui il sentiero è segnato con sporadici bolli bianco/rossi e qualche ometto. Si risale dolcemente su terreno morenico seguendo il corso del torrente. Quando si arriva in vista del ghiacciaio la traccia piega leggermente sulla destra orografica della vallata dove percorre ( a volte visibile e a volte no)  pietraie e pendii sabbiosi in leggera pendenza. Le tracce e gli ometti di pietra fanno risalire su dolci dossi sabbiosi fino a giungere in meno di un’ora alla bocchetta e  un largo pianoro sito tra la Punta del Ghiacciaio di Ban (sulla sinistra) e il Pizzo del Costone ( che rimane sulla destra). Da qui la vista è superba sulla valle del Vannino e sull’Arbola, figura imponente con i suoi ghiacciai crepacciati e purtroppo in rapido scioglimento. Il panorama spazia per chilometri anche sulle montagne della Val Formazza e dell’Ossola, arrivando a toccare i grandi 4000 svizzeri e il massiccio del Monte Rosa. Sulla destra non lontano si scorgono le guglie bianche, la nostra meta e la nera sagoma del Lebendun.  Per raggiungere le guglie si abbandona la bocchetta e si risale per un breve tratto  la cresta sud ( qui è visibile una traccia)  che conduce alla Cima del Pizzo del Costone 2950 mt. Giunti ad un piccolo pianoro prima di raggiungere la cima, la traccia piega a sinistra a quota 2936 m e perde quota con un ripido zig zag  in direzione ovest, scendendo rapidamente. Superato questo tratto di pietraia si giunge ad un’ampia sella sabbiosa di colore biancastro che conduce in pochi minuti al grande pianoro dove emergono sorprendenti le bellissime “bianche guglie”.

Arrivare fin qui è già di per sé una meravigliosa meta, perché oltre alle curiose conformazioni rocciose, da questo pianoro davvero suggestivo, si gode un panorama pazzesco sia sul Lago Sabbioni che sulla conca del Lago Vannino con il Monte Giove. Oltre le Bianche Guglie si staglia severa la nera Punta  del Lebendun, facile cima che sfiora i 3000 metri  ( 2935 mt) , caratterizzata dal colore scuro della roccia. Inutile dire che da qui il panorama è ancora più notevole! Dal 2020 l’impegno di alcuni soci della sezione CAI Somma e del CAI Domodossola hanno avviato opere di manutenzione per favorire un collegamento accessibile tra la valle del Vannino e la Conca del Sabbioni. Dalle guglie il sentiero G37 prosegue infatti fino al Passo del Vannino ( 1,00 ora ) aggirando il Lebendun su ripide pietraie. Dal passo del Vannino in altre 2/3 ore si raggiunge il Rifugio Margaroli ( sentiero EE)  oppure la cima dell’Arbola ( via alpinistica ) .

ATTENZIONE: nonostante la presenza di ometti indicatori e segni bianco/rossi recentemente realizzati, l’itinerario è poco evidente ed è facile perdere l’orientamento.  Prestare attenzione anche alla presenza di accumuli di neve, presenti in alcuni casi anche fino ad agosto/settembre!!